I templi egizi erano adibiti o al culto del dio o al culto del sovrano defunto ed, in quest’ultimo caso, erano definiti templi mortuari. Quelli per il culto, dovunque sorgessero, dominavano il villaggio, sia fisicamente che politicamente. Ospitavano la statua del dio, a cui venivano portate offerte ogni giorno, amministravano grandi possedimenti terrieri e davano lavoro a molti abitanti del luogo. Fra i più noti c’erano quello di Ptah a Menfi e quello di Ra a Eliopoli. Tutti i templi per il culto che oggi rimangono, tranne quelli di Luxor e di Karnak, risalgono al periodo greco-romano. Tra i più famosi, oltre a quello di Edfu, ci sono il tempio di Hator a Dendera, e il tempio di Kom Ombo dedicato a Horus il Vecchio e a Sobek, il dio coccodrillo. I templi mortuari cominciarono a sorgere durante il Nuovo Regno. Quando i sovrani si fecero seppellire nella Valle dei Re, fecero anche costruire templi mortuari di enormi dimensioni e piuttosto distanti dalle loro tombe, sperando così di difendere dai ladri la loro eterna dimora.